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Strage di cani randagi in occasione dei mondiali di calcio

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Il 14 Giugno 2018 sono iniziati i mondiali di calcio in Russia, la quale ha “ripulito” le strade delle 11 città che ospitano l’evento dai cani randagi.

Il problema dei cani randagi

La Russia ha da sempre un problema con i cani randagi, i quali affollano le strade delle grandi città. Si stima che in Russia vi siano 17 milioni di cani, di cui il 25%, circa 4 milioni, sono senza padrone. Secondo il governo russo erano decisamente troppi. Solamente a Mosca, infatti, si stimavano circa 2 milioni di cani randagi, uno ogni 300 abitanti. Nelle ore che precedono l’apertura dei mondiali, invece, gli stadi sono pronti, nella capitale si respira aria di festa, tutti sono pronti per l’evento e le strade sono pulite, fin troppo pulite. Le associazioni animaliste, ma anche i cittadini stessi, infatti, lamentano la scomparsa dei cani. I circa 2 milioni di cani randagi che vagavano tra le strade di Mosca sono svaniti nel nulla, di loro nessuna traccia. Eppure loro non avevano colpe e nemmeno creavano disturbi. Si ricorda, infatti, che i cani randagi di Mosca avevano addirittura imparato a salire e scendere dalla metropolitana, con tutta la naturalezza possibile.
Nessuno si lamentava di ciò, ed oggi, se ne sente la mancanza.

Le squadre della morte

Secondo il governo russo quello dei cani randagi era un problema che avrebbe influito negativamente sulla riuscita dell’evento internazionale. Così, mentre la capitale e le altre 10 città ospitanti venivano tirate a lucido, per le strade giravano delle vere e proprie squadre della morte, pronte a ripulire le città dai poveri animali innocenti. Inizialmente il governo russo avrebbe organizzato delle squadre di accalappiacani senza scrupoli che prendevano gli animali randagi e li conducevano in canili temporanei. Secondo Ekaterina Dmitrieva, direttrice della City Animal Protection Foundation, il governo russo avrebbe stanziato 1,6 milioni di euro per portare avanti il progetto. Ma altre fonti, come la Open Cages, associazione internazionale per i diritti degli animali, dicono che la Russia si sarebbe spinta ben oltre. Le strade sarebbero infatti stati ripulite spargendo cibo avvelenando. In altri casi le città sono stati pattugliate da vere e proprie squadre della morte, composte da tiratori scelti dotati di cerbottane con dardi avvelenati. Dopodiché, spesso i cani vengono lasciati morenti in strada. Tutto ciò prevede una taglia di circa 1,3 euro per ogni animale abbattuto.

I precedenti

Non è la prima volta che in occasione di un evento di questa portata avvengono questi stermini. Per le olimpiadi invernali del 2014, infatti, a Sochi, sempre in Russia, era stata prevista l’uccisione di circa 2 mila animali. In quel caso, a seguito di numerose proteste, le autorità avevano, infine, annunciato che gli animali sarebbero stati trasferiti in canili attrezzati. In realtà si sono registrati stermini di massa fino a due anni dopo la fine dell’evento sportivo. Quello che successe, invece, in Ucraina, in occasione degli europei del 2012 fu, se possibile, addirittura peggio. Si stima che in quell’occasione vennero uccisi circa 20 mila animali randagi, con l’utilizzo di forni crematori ambulanti dove i poveri animali venivano gettati spesso ancora agonizzanti. Per le Olimpiadi estive del 2008 a Pechino, il governo cinese si servì di veri e propri campi di sterminio dove inviò centinaia di migliaia di cani e gatti. Infine, stesso scenario anche ad Atene, Grecia, in occasione delle olimpiadi del 2004, quando migliaia di cani randagi vennero avvelenati.
Ad oggi, a pochi giorni dall’inizio dei mondiali di calcio 2018, la città di Mosca è in festa, gli stadi ed i locali brulicano di tifosi e le strade sono pulite. Ma il prezzo da pagare è stato fin troppo alto per troppi animali innocenti, che colpe di certo non ne avevano.


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