venerdì, Aprile 19LEGA DEL CANE - SEZIONE DI CARBONIA
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Gli animali hanno una coscienza?

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L’essere umano nel corso della sua storia ha largamente dimostrato di essere un tantino megalomane. L’essere umano al centro dell’universo. L’essere umano è il prescelto, l’unico ad avere una coscienza e la facoltà di decidere della propria vita. Ma oramai siamo consapevoli che non è così, almeno per quanto riguarda la prima affermazione. Siamo su un piccolissimo pianeta all’interno di una galassia che non figura nemmeno lontanamente tra le più grandi osservate, e non siamo nemmeno al centro di essa, ma in un angolino remoto, dimenticati dall’universo stesso. Eppure su questo pianeta la vita brulica, intorno ai 9 milioni di specie diverse camminano, volano o nuotano su di esso. Perché l’uomo dovrebbe essere speciale? Solamente perché la sua evoluzione lo ha portato ad essere la razza predominante? Perché gli altri esseri viventi non dovrebbero pensare e provare le stesse cose? Chissà cosa passa per le loro menti. Se qualcuno ancora crede che sono solamente gli esseri umani ad avere una coscienza dovrà ricredersi, scoprendo le storie di alcuni esemplari davvero incredibili.

Koko il gorilla

Un esempio davvero impressionante è quello di un esemplare femmina di gorilla, Koko. Nonostante è stato ampiamente dimostrato che i gorilla hanno un cervello notevolmente sviluppato, la commovente storia di Koko lascia a bocca aperta. Koko, seguita dalla sua assistente Penny, ha appreso nel corso della sua vita il linguaggio dei segni, imparando fino a 1000 vocaboli ed imparando ad usarli coscienziosamente. Alcuni anni fa a Koko sono stati portati dei gattini rimasti orfani, dentro una scatola, lei tra tutti ne ha scelto uno che da quel giorno è diventato il suo animale domestico. Koko amava il cucciolo, dimostrandolo usando la parola “abbraccio” quando si parlava di lui. Gesto che infatti faceva ripetutamente, stringendo il piccolo felino al petto, facendo molta attenzione a non fargli del male. Il gorilla amava davvero molto il suo amico. Purtroppo un giorno Penny ha dovuto comunicare a Koko che il gatto era morto a causa di un incidente stradale. Koko ha pianto e usando alcuni tra i 1000 vocaboli che conosceva ha detto: “Aggrottare le sopracciglia. Piangere. Triste”.

Alex il pappagallo

Alex era un esemplare di pappagallo molto particolare. Ha vissuto per 30 anni ad Harvard ed era il soggetto principale di uno studio per dimostrare la coscienza degli animali. Alex parlava, niente di strano fin qui, molti pappagalli parlano. Ma Alex non ripeteva le parole, le imparava, ne capiva il significato e le riutilizzava nel giusto contesto. Gli insegnarono diversi nomi di frutti, quando per la prima volta gli mostrarono una mela, la chiamo “banerry”, un misto tra banana e cherry, segno che capiva perfettamente che quelle parole indicavano dei frutti e che quello che gli veniva mostrato era un frutto a sua volta. Probabilmente associava la mela alla ciliegia in quanto tondeggiante, ed alla banana per il colore. Alex era molto affezionato ad Irene, la ricercatrice dell’università che si occupava di lui, e la sera prima di morire, come se sentisse che qualcosa non andava, la saluto affettuosamente: “Starai bene. Ti voglio bene”, disse, prima di lasciarci per arresto cardiaco.

Tre elefantesse allo specchio

Tra le razze animali più intelligenti al mondo ci sono gli elefanti. Gli elefanti sono infatti incredibilmente intelligenti, come dimostrato dal test dello specchio. Sembra una sciocchezza ma gli animali hanno una grandissima difficoltà nel riconoscersi allo specchio, la percentuale di chi riesce a superare il test è bassissima. I ricercatori dello zoo di New York sono rimasti esterrefatti quando hanno proposto il test non ad una, ma ben tre elefantesse. Queste inizialmente si sono spaventate dall’immagine riflessa nello specchio, ma poi non solo si sono riconosciute, si sono mostrate anche estremamente vanitose. L’immagine riflessa, evidentemente, non piaceva alle elefantesse. Ad una infatti era stato attaccato un grosso cerotto bianco sulla fronte di nascosto, e questa non appena lo vide cercò subito di staccarselo. Le altre due, comunque, non sono state da meno, una si è ispezionata la bocca davanti allo specchio, l’altra, aiutandosi con la proboscide, l’orecchio. Tutte e tre erano quindi non solo consapevoli che era la loro l’immagine riflessa ma anche coscienziose di come il proprio corpo doveva essere.

Non dimentichiamoci mai che gli animali hanno una coscienza, e quindi amano, soffrono, ridono e piangono come noi.


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