giovedì, Aprile 25LEGA DEL CANE - SEZIONE DI CARBONIA
Shadow

Chi è il cane fantasma?

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Avvistato per pochi secondi e poi sparito, sfuggente, tanto da aver fatto venire dei dubbi a chi l’ha visto: sarà vero o solo il frutto di una fantasia? Questo mammifero è tanto curioso e inafferrabile quanto enigmatico, tanto da essersi preso di diritto il titolo di cane fantasma dell’Amazzonia.

Chi è il cane fantasma

Ha orecchie corte, corpo affusolato, zampe lunghe ma muso piccolo e coda vaporosa. Il manto è grigio dall’aspetto puntinato, è un animale solitario e schivo e vive nella foresta pluviale amazzonica.

Fa parte del genere canino Atelocynus e ne è l’unico membro. Più di 50 scienziati hanno cercato di studiare questa specie, con scarsi risultati. Infatti è difficilmente visibile, gli stessi abitanti di quelle zone raramente l’hanno incontrato.

Per catturare qualche immagine di questi esemplari sono state utilizzate delle foto trappole. Foto e videocamere installate in luoghi strategici che si attivano al passaggio di qualcuno davanti, talvolta viene anche utilizzato qualche boccone invitante per attirare l’animale davanti alla macchina fotografica.

cane fantasma
Gli scienziati sono riusciti ad avere maggiori informazioni grazie alle foto trappola

Nonostante tutto, uno studio sul cane fantasma è stato pubblicato sulla Royal Society Open Science. Nel fascicolo sono presenti i suoi habitat preferiti, la gamma di specie a cui appartiene, mentre una sezione è dedicata alle tecniche per proteggerlo dall’estinzione.

Danier Rocha, autore principale dello studio nonché ricercatore all’Università della California, si è messo sulle sue tracce nel 2015. Stava lavorando nell’Amazzonia meridionale quando la curiosità su quella specie lo spinse ad iniziare le ricerche.

Ma l’impresa è riuscita solo grazie alla tecnologia, come spiega un altro membro del team. Carlos Peres, professore di ecologia presso l’Università dell’East Anglia, racconta di come siano state utilizzate anche delle telecamere per riuscire ad avere materiale su questa specie. Nonostante tutto sono riusciti ad ottenere soltanto 20 secondi di filmato in cui un cane fantasma inseguiva un topo spinoso che era nascosto in un tronco cavo.

Curiosità

Questa specie è molto particolare, infatti solitamente i canidi si muovono in branco. Che siano lupi, cani selvaggi africani o cani domestici infatti vivono in gruppi, in cui tra l’altro ci sono anche rigorose gerarchie.

I loro habitat preferiti sono spazi aperti come le praterie, i campi o la tundra. Mentre questi particolari canidi vivono nel fitto della foresta pluviale e sono, come dicevamo, solitari. Si sono stabilizzati in un luogo in cui possono facilmente nascondersi e anche stare lontano dall’uomo probabilmente.

Per quest’ultimo motivo questa è una specie tra le meno studiate, di cui si hanno meno informazioni. E nonostante la ricerca di Rocha sul cane fantasma non si sa ancora molto, almeno non abbastanza. Non si conosce il suo stile di vita o come si riproduce. Ma sopratutto non si sa quanti esemplari siano presenti nella foresta pluviale.

cane fantasma
Difficilissimo da incontrare lo hanno visto pochissime persone dal vivo

Non si sa nemmeno bene cosa mangino per sopravvivere. Anche se si suppone siano comunque onnivori, dalle immagini rubate è stato possibile vederli mangiare pesci, piccoli mammiferi ma anche frutta.

Grazie all’incrocio dei dati fotografici, insieme agli avvistamenti di persona è stato possibile ampliare la loro area di distribuzione. Sembra presente in cinque paesi dalle Ande, al Rio delle Amazzoni fino a sud e ad est fino al limitare della foresta pluviale.

Ma com’è prevedibile, questa specie come molte altre, è a rischio di estinzione anche per colpa della deforestazione. Rocha sostiene che tali ricerche sono importanti perché se non sappiamo quali specie stiamo perdendo, è difficile che qualcuno se ne preoccupi davvero e si cambino le cose. Per questo, fortunatamente, molti ricercatori stanno indagando su specie ancora ignote come il cane fantasma dell’Amazzonia e su molte altre di cui ignoriamo l’esistenza.


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