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10 comportamenti che accomunano l’uomo ai primati

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Condividiamo con le scimmie circa il 97% del nostro codice genetico e con esso non solo l’aspetto fisico, il pollice opponibile e dei lineamenti, seppur più duri, tipicamente umani, ma anche comportamenti, espressioni, reazioni, interazioni sociali, facoltà di linguaggio e organizzazione sociale. Ormai siamo giunti all’inequivocabile conclusione scientifica che scimmie, scimpanzé e tutti i primati sono i nostri cugini più prossimi, con i quali condividiamo un antenato comune. Proprio per questo si è deciso di porre fine agli esperimenti che li vedevano protagonisti e anche se in molte parti del mondo ancora non si è giunti a questa consapevolezza, noi cerchiamo comunque di trattarli il più umanamente possibile, anche perché a vederli sembrerebbero davvero umani. Ecco alcuni comportamenti che faranno ricredere anche i più scettici:

Riconoscono i volti

Le scimmie riconoscono i volti, evidenziando ogni piccola differenza anche quando il volto cercato è nascosto insieme a molti altri simili. Una ricerca svolta dal Max Planck Institue for Biological Cybernetics di Tubinga, Germania, ha rivelato come sottoponendo un gruppo di macachi ad un test in cui venivano mostrati i stessi volti distorcendo alcune parti (come capovolgerli o scambiare la posizione della bocca e degli occhi), essi non li riconoscevano, mentre riconoscevano un volto non modificato. Questo perché, proprio come gli uomini, essi focalizzano il volto completo e non i singoli elementi di esso.

Fanno scelte “irrazionali”

Proprio come gli esseri umani, anche le scimmie tendono a fare scelte “irrazionali”, prendendo decisioni approssimative. Questo perché il nostro cervello riduce la complessità di alcuni processi, meccanismo che si discosta dall’istinto animale. Il processo decisionale dei primati è infatti vacillante ed incoerente proprio come il nostro, portandoli a cambiare idea facilmente, rendendoli imprevedibili.

Hanno un linguaggio complesso

Sappiamo ormai per certo che i primati hanno facoltà linguistiche notevoli. Alcuni esemplari hanno addirittura assimilato un linguaggio umano, come Koko, la gorilla che conosceva fino a 1000 vocaboli del linguaggio dei segni, che è venuta recentemente a mancare. Ma, oltre a questo, i primati hanno anche un loro linguaggio. È stato scoperto che hanno addirittura vari dialetti a seconda della zona in cui vivono e che il loro linguaggio è così complesso che non solo riescono ad avvertire il gruppo di un pericolo imminente, ma riescono anche a comunicare quale sia il tipo di pericolo e di che entità sia.

Mangiano cibo spazzatura come antidepressivo

Sappiamo che nella società umana il cibo spazzatura è un forte antidepressivo, ma è incredibile il modo in cui ha reagito un gruppo di macaco in Georgia quando questo è stato dato loro. I macachi dei ranghi alti lo hanno abbandonato subito, mentre quelli dei ranghi inferiori, evidentemente più stressati, hanno continuato a mangiare patatine e “schifezze” fino alle ore notturne.

Hanno giochi da “maschio” e da “femmina”

Nel 2008 sono stati portati dei giochi umani ad una popolazione di macachi di 135 esemplari, di cui 34 in tenera età. Quest’ultimi si sono subito suddivisi i giochi prediligendo quelli con le ruote per i maschietti ed i peluche per le femminucce.

Provano compassione

Uno studio dell’università del Minnesota ha dimostrato che gli scimpanzé sono disposti a condividere la propria razione di cibo con un loro simile affamato e denutrito.

Guardano la TV

Se posti davanti ad un televisore gli scimpanzé sono in grado di riconoscere le situazioni che avvengono al suo interno, provando addirittura emozioni in funzione di esse.

Si baciano

Il bacio non è un comportamento di tutti i primati, ma i grandi primati, come gorilla, scimpanzé, oranghi e bonobo, praticano questo intimo gesto abitualmente, proprio come gli esseri umani. Essi si baciano per riconciliarsi o tirarsi su di morale, ma solamente i bonobo sono così spinti da utilizzare anche la lingua.

Soffrono di crisi di mezza età

Uno studio dell’università di Edimburgo ha scoperto che gli esemplari di primati non più giovani ma nemmeno anziani, soffrirebbero di un malessere psichico che li porta ad essere tristi e depressi, molto simile alla nostra umana crisi di mezza età.

Provano il lutto

I primati provano il lutto e soffrono dalla scomparsa di un membro del loro gruppo. Non solo, essi onorano il corpo del defunto con gesti e comportamenti tipicamente umani.


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